Oltre 20 volumi di autrici che, con le loro opere “hanno segnato un cambiamento culturale spesso in modo nascosto (alcune per essere pubblicate usavano uno pseudonimo o un nome maschile), ma reale e tangibile per le generazioni successive”. Li ripropone Ecra – Edizioni del Credito Cooperativo nella collana “Scrittrici d’Italia” che Laura Badaracchi presenta in un articolo pubblicato sul nuovo numero della rivista “Credito Cooperativo”.

“In un passato non troppo remoto – spiega – le donne non avevano facile accesso allo studio, a percorsi accademici, a carriere professionali; pur se talentuose, vivevano generalmente nell’ombra schiacciate da un patriarcato imperante e da una società maschilista che le subordinava. Quindi scoprire o riscoprire libri editi fra l’Ottocento e la prima metà del Novecento, firmati da autrici talvolta sconosciute al grande pubblico, è un’opportunità preziosa” offerta dalla collana “Scrittrici d’Italia”. Collana che Ecra sta arricchendo di anno in anno con titoli per lo più introvabili”.

Le autrici e i romanzi della collana “Scrittrici d’Italia”

Fra le autrici più note della collana “Scrittrici d’Italia”, c’è Grazia Deledda, “di cui – ricorda Laura Badaracchi – si stanno celebrando i 150 anni dalla nascita; unica italiana a ricevere nel 1926 il premio Nobel per la letteratura”. La sua è una vita di “emancipazione femminile vissuta in prima persona, che la porta a superare lo stereotipo della donna confinata fra casa e figli in un contesto contadino e pastorale”. Un percorso di emancipazione che “torna in maniera costante nei suoi libri, insieme all’orgoglio identitario sardo e a una passione ancestrale per la natura della sua isola”.

Fra i romanzi di Deledda riproposti da Ecra, Dopo il divorzio. Uscito per la prima volta nel 1902 quando nel nostro Paese si iniziava a parlare di una legge per sancire la fine delle nozze, in vigore solo dal 1970. “I protagonisti sono sposati civilmente in attesa di un matrimonio religioso; separati per l’accusa ingiusta di omicidio nei confronti di lui, condannato a 27 anni di carcere. Lei, rimasta sola con un figlio, accetta dolorosamente di divorziare per sposare un ex pretendente. ma lo fa per necessità. Di nuovo si affaccia il nodo dell’emancipazione femminile; perché la mancanza di lavoro e autonomia della donna la costringe a una decisione dettata dal bisogno di dare un futuro al suo bambino”.

“Il tema dei diritti negati alle donne – prosegue Badaracchi -, ma anche ai bambini e agli emigrati, emerge anche dal volume Il guinzaglio della palermitana Maria Messina (1887-1944); stimata da Giovanni Verga e Ada Negri, caduta nell’oblio e riscoperta solo negli anni ’80 grazie a Leonardo Sciascia.

L’articolo integrale con tutti i titoli della collana è disponibile sulla rivista “Credito Cooperativo” n. 8/2021.

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