Il futuro del settore agricolo, in Italia quanto in Europa. Di questo si è discusso a Roma il 5 settembre nel corso del convegno “Quale futuro per la Politica Agricola comune? Le sfide dell’innovazione, delle nuove generazioni, dell’economia dei territori”, organizzato da Federcasse con Akadémeia-Scuola di Politiche europee per il governo del territorio, e con la collaborazione di Confcooperative.

Un quadro in continua evoluzione quello del comparto agricolo: si pensi ad esempio alla nuova proposta di Politica Agricola Comune (PAC) 2028-2034 formulata dalla Commissione Europea, che prevede il taglio di circa il 20% delle risorse, o all’incertezza determinata dall’introduzione di dazi all’importazione da parte dell’Amministrazione statunitense. A tutto questo si aggiunge la sfida dell’innovazione tecnologica che, sebbene potrà favorire maggiore produttività e nuovi percorsi di sostenibilità, inevitabilmente impatterà sul lavoro e porrà in modo diverso la questione del controllo della qualità e tracciabilità dei prodotti, a tutela dei consumatori.

La diretta del convegno.

All’evento, che ha visto la partecipazione di esperti, rappresentanti delle imprese e dei lavoratori, esponenti del mondo scientifico, hanno preso parte anche il Ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ed il Ministro dell’Agricoltura spagnolo, Luis Planas Puchade. Presenti, tra gli altri, l’Assessore all’agricoltura della Regione Umbria, Simona Meloni, l’Assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi. Hanno partecipato inoltre rappresentanti delle principali organizzazioni agricole: il Presidente Fedagripesca Confcooperative, Raffaele Drei, il Presidente di CIA nazionale, Cristiano Fini, il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il Segretario Generale di EFFAT, Enrico Somaglia, il Presidente di Copagri, Tommaso Battista.

“Quello di oggi – ha detto il Ministro Lollobrigida – rappresenta un’importante momento di riflessione a dimostrazione di come il sistema Italia, nel suo complesso, su questi temi parli un linguaggio simile, spesso coincidente: gli obiettivi strategici sono gli stessi, dobbiamo cercare di capire ed analizzare quali errori siano stati fatti nel passato, e quali non ripetere, ovviamente in un quadro geopolitico e geoeconomico estremamente complesso”. Uno dei temi importanti, ha ricordato il ministro è quello della “della sovranità alimentare, della sicurezza alimentare, della salvaguardia del territorio attraverso la custodia che gli agricoltori svolgono in modo naturale”.

L’intervento del Ministro dell’Agricoltura spagnolo, Luis Planas Puchade.

L’AGRICOLTURA E IL RUOLO STRATEGICO DELLE BCC

L’evoluzione che potrebbe subire la Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, i recentissimi Accordi tariffari tra Commissione Europea e Stati Uniti d’America, le sfide dell’innovazione, soprattutto in questa particolare e inedita fase geopolitica e degli scambi internazionali, costituiscono elementi di rilevante interesse per le Banche di Credito Cooperativo, che giocheranno un ruolo importante nell’accompagnare questa fase di straordinaria complessità.

“Il mondo cooperativo, e il Credito Cooperativo in particolare – ha ricordato in avvio di lavori il presidente d Federcasse, Augusto dell’Erba – , hanno un rilevante interesse per la questione dell’evoluzione del settore agricolo e dell’agroalimentare”.

Le BCC detengono una quota di mercato nei crediti al settore agricolo che a livello nazionale sfiora il 24%: quasi un quarto del totale dei crediti erogati in Italia all’agricoltura provengono dalle nostre banche mutualistiche. La percentuale supera il 28% se si considerano le imprese fino a 20 addetti e quasi il 35% in alcune aree del Paese, come il Nord Est.

I finanziamenti offerti dalle BCC al comparto sono aumentati del 5,4% negli ultimi cinque anni, rispetto alla riduzione di circa il 3,4% fatta registrare dall’industria.

“Le banche mutualistiche – ha ricordato il Presidente – contribuiscono a orientare il sistema agro-alimentare verso una maggiore sostenibilità, valorizzandone tutte le dimensioni: economica, sociale e ambientale. Il legame storico delle ex-Casse Rurali con le imprese agricole e agro-industriali è oggi ulteriormente rafforzato dall’organizzazione delle BCC in Gruppi bancari cooperativi, che consente non solo l’accesso alle linee di credito con una serie di prodotti e servizi dedicati, ma anche un supporto “a tutto tondo” al sistema produttivo agricolo”.

LE SFIDE EUROPEE E INTERNAZIONALI

“Siamo al centro di una congiuntura, molto complessa e sfidante”. Partendo proprio dalla questione dei dazi, l’On. Dario Nardella (eurodeputato e componente la Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (AGRI) del Parlamento europeo), ha ricordato come questo tema apra a diverse considerazioni in termini di opportunità, sfide, ma anche di problematiche “sul fronte commerciale che ricadendo direttamente sulle nostre imprese agricole e sui nostri cittadini”. “C’è poi quella del sostegno economico, finanziario al mondo dell’agricoltura e ovviamente gli obiettivi della emergenza climatica, di come l’agricoltura può portare un valore aggiunto alla lotta al cambiamento climatico, le questioni sociali, il tema della qualità del lavoro, dei livelli salariali, del coinvolgimento delle nuove generazioni.

Parlando proprio della proposta di Politica Agricola Comune (PAC) 2028-2034, Nardella ha sottolineato come “il modello di una nuova politica agricola che perde di vista i due pilastri tradizionali, quelli degli aiuti diretti e quello dello sviluppo rurale e fa confluire in un unico grande fondo dove ci sono tante altre voci per una rinazionalizzazione del bilancio europeo” rappresenti “un passo indietro rispetto a quello che abbiamo costruito in questi ultimi anni. Se vogliamo difendere un modello europeo, allora dobbiamo accelerare l’integrazione europea e accelerare l’integrazione europea richiede risorse”. Così come, è importante guardare “all’innovazione, tenendo conto di quelle che sono sempre state le prerogative del modello di europeo dell’agricoltura, attento alla sostenibilità”.

Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative

“Oggi discutiamo di Politica Agricola Comune. Il piano della Commissione Europea – ha sottolineato Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative – ha tradito le aspettative e minaccia di compromettere il nostro sistema agroalimentare, italiano ed europeo. Questi tagli non sono semplici numeri su un bilancio. Significano: Abbandono dei terreni agricoli, soprattutto nelle aree più fragili. Rischio concreto per la sicurezza alimentare europea, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Erosione delle politiche di coesione che hanno sostenuto lo sviluppo delle aree rurali e periferiche. La PAC del futuro non può essere costruita sui tagli. Il Piano Ursula, così com’è, non è la risposta alle sfide del futuro. Attraverso il Parlamento Europeo è nostro dovere costruire un’alternativa che metta al centro le persone, i territori e un modello di sviluppo davvero sostenibile”.

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