L’11 settembre a Mestre, presso l’Hybrid Tower si è tenuta la prima tappa del progetto Capitalismo Sociale 5.0, promosso dalla Federazione del Nord Est – Credito Cooperativo e da Confcooperative Veneto, con il sostegno di Fondosviluppo e la collaborazione di Salone d’Impresa e Irecoop Veneto. L’iniziativa intende rafforzare il legame tra Banche di Credito Cooperativo e imprese mutualistiche, mettendo in dialogo due mondi che condividono valori comuni e una stessa radice: quella della cooperazione.

L’incontro, dal titolo “Il passaggio generazionale nelle imprese cooperative: sfida od opportunità di crescita?”, ha portato al centro dell’attenzione un tema cruciale per il futuro del movimento cooperativo. Non si tratta soltanto di un normale ricambio di ruoli, ma di un processo più ampio che coinvolge più generazioni al lavoro, con sensibilità e priorità differenti.

LE ESPERIENZE DELLE COOPERATIVE VENEZIANE NEL PASSAGGIO GENERAZIONALE

A condividere le proprie esperienze sono state quattro cooperative veneziane: Il Lievito, impegnata nei servizi socio-sanitari ed educativi; Il Germoglio, il quale ha saputo coniugare inclusione e impresa nel settore del verde e delle piscine; Coges, attiva da oltre trent’anni nell’accoglienza e nei servizi socio-sanitari; e la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia, la quale porta avanti un’eredità storica puntando oggi sul ricambio generazionale e sulla formazione delle nuove figure professionali.

Il confronto ha fatto emergere come il passaggio generazionale non sia un semplice passaggio di consegne, ma un terreno complesso da coltivare. Una recente ricerca di Federsolidarietà Veneto evidenzia, infatti, un dato preoccupante: meno di un terzo dei giovani cooperatori immagina di rimanere a lungo nella propria realtà. Le motivazioni sono diverse dai valori che hanno guidato i fondatori: i giovani cercano coerenza con la propria formazione, opportunità di crescita professionale, equilibrio tra vita e lavoro, oltre a una retribuzione adeguata.

Eppure, il filo che lega le generazioni resta forte: il valore attribuito all’utilità del proprio lavoro per la comunità. Questo aspetto continua a rappresentare una motivazione centrale, capace di unire la visione partecipativa dei senior con le nuove esigenze di professionalità dei più giovani.

IL RUOLO DECISIVO DEL CREDITO COOPERATIVO

In questo scenario, il Credito Cooperativo ha un ruolo decisivo: non solo sostenere le imprese cooperative con strumenti finanziari adeguati, ma anche investire nei giovani, che sempre più spesso cercano un “purpose”, un senso profondo del loro impegno lavorativo, piuttosto che un mero guadagno economico. Quest’ultimo, le cooperative lo hanno per definizione e quindi lo sforzo da fare è favorire percorsi di inserimento, crescita e responsabilizzazione, significa dare continuità al movimento, offrendo alle nuove generazioni la possibilità di riconoscersi nei valori cooperativi e al tempo stesso di contribuire a innovarli.

Gli esempi raccontati nell’evento mostrano come il passaggio generazionale, se affrontato con metodo e visione, possa trasformarsi in una concreta occasione di crescita. Il Germoglio ha saputo evolvere da una leadership carismatica a una direzione più unita, coinvolgendo nuovi talenti. Il Lievito ha gestito un ricambio rapido e ordinato, valorizzando l’apporto di figure junior accanto a quelle più esperte. Coges ha intrapreso la strada di una governance condivisa e manageriale, capace di dare spazio a più generazioni. La Nuova CLP, infine, ha puntato con decisione sull’assunzione e sulla formazione di giovani, rinnovando un mestiere tradizionale con nuove competenze. Dunque, esperienze differenti, ma accomunate dalla stessa convinzione: il futuro delle cooperative si gioca sulla capacità di integrare energie fresche senza disperdere i valori che ne hanno fondato la storia.
L’incontro si è concluso con cinque parole chiave che sintetizzano i messaggi emersi dal dibattito e dalle testimonianze delle cooperative, ovvero: sopravvivenza: il ricambio generazionale è indispensabile per garantire continuità alle imprese cooperative, pena il rischio di perdita di competenze e identità; visione: non basta gestire l’oggi, serve una progettualità di lungo periodo capace di coinvolgere nuove energie; provare e fidarsi: il passaggio non può essere solo teorico, occorre dare spazio ai giovani, sperimentando con coraggio e affidando responsabilità reali; insegnamento bilaterale: non un testimone consegnato dall’alto, ma un dialogo reciproco tra senior e nuove generazioni, in cui entrambi imparano; ed infine, formazione e crescita: senza investire nello sviluppo professionale, il ricambio rischia di diventare fragile e precario. Cinque spunti che non si delineano come uno slogan, ma diventano linee guida concrete per affrontare il futuro.

a cura di Fabian Storti

(Nella foto di apertura, Da sinistra, Ferdinando Azzariti, Presidente Salone d’Impresa; Massimo Mantoan, Presidente Federsolidarietà Veneto; Silvia Tonicello, Direttore Il Lievito; Francesco Polo, Direttore Generale Federazione del Nord Est; Federica Mattarello, responsabile rapporti con le banche Irecoop Veneto; Massimo Tremante, Direttore Confcooperative Venezia; Martina Favaro, Vicepresidente Il Germoglio; Mauro Piazza, Presidente Nuova Compagnia Lavoratori Portuali; Chiara Ceccon, responsabile settore lavoro e formazione COGES).

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