Nell’ambito dell’assemblea annuale di Federcasse del 18 luglio a Milano (Teatro alla Scala) si è tenuta la prima edizione del “Dialogo cooperativo” dedicato al tema “Quale nuova economia? Oggi è già domani” – moderato dal direttore di Federcasse, Sergio Gatti, che ha visto protagonisti Elena Beccalli, Rettrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi.

Due leader di prestigiose università, fabbriche di cultura, di conoscenza e palestra di intelligenza, che hanno consentito – all’ampia platea dei partecipanti – di riflettere sulle grandi sfide che derivano dalla transizione demografica, da quella economica fino a quella della digitalizzazione; e lanciare proposte e stimoli per ripensare al futuro dei territori e del nostro Paese. Tra questi: rivedere il sistema scolastico; includere la grande risorsa degli immigrati; attrarre i giovani ed anche declinare in modo nuovo l’identità di “banca differente” delle BCC per affrontare la grande rivoluzione dell’intelligenza artificiale.

La demografia di oggi è la società di domani

Attraverso il suo libro intitolato: “Domani è oggi. Costruire il futuro con le lenti della demografia” (edito da Egea), il Rettore Billari ha delineato gli orizzonti del nostro Paese attraverso le lenti della sua scienza, la demografia. In particolare, nel corso del suo intervento ha fotografato i quattro record demografici a livello nazionale nel 2024: quello della longevità (83,4 anni è la più alta speranza di vita della storia italiana); quello più sfidante della bassa natalità o una bassa fecondità (nel 2024, era 1,18 il numero medio di figli per coppia, il più basso per il nostro Paese), che si traduce in una netta diminuzione del numero dei giovani; e poi il record di essere il terzo Paese più invecchiato al mondo (con circa un quarto della popolazione oltre i 65 anni, dopo il Principato di Monaco e il Giappone); ed infine, di avere la più alta quota di presenza di stranieri residenti (il 9,2%, pari a 5.400.000, a cui si aggiungono altri 2.000.000 di stranieri che sono diventati cittadini italiani).

“È un cambiamento molto importante dal punto di vista demografico – ha affermato Billari – che ci permette di capire come sarà il domani del nostro Paese. Le nascite di oggi ci dicono quanti saranno i giovani del domani, ovvero la futura composizione della popolazione”.

Una nuova economia al servizio dell’uomo e dello sviluppo integrale. Il contributo del Credito Cooperativo

E’ necessario ripensare il pensiero economico dominato da un paradigma orientato più al profitto, per un’economia al servizio dell’uomo e allo sviluppo integrale. Così la Rettrice Beccalli partendo dal suo volume “Per una nuova economia” (edito dal Sole 24 Ore) si sofferma sulla costruzione di nuovi modelli basati sulla persona, fiducia, etica e cooperazione. “Una traduzione tangibile, concreta e attuale, ha detto, è proprio rappresentato dal sistema del Credito Cooperativo, che trova grande attenzione della letteratura scientifica e ancora oggi mostra tutta la sua qualità, in termini di benefici apportati al sistema economico: nel finanziamento all’imprenditoria, ma anche alla riduzione delle disuguaglianze di reddito e volto alla coesione sociale”.

L’importanza dell’istruzione: rivedere il sistema scolastico e sostenere la nascita di residenze per studenti

La scuola è un momento chiave della vita. Per il Rettore dell’Università Bocconi “è importante, rispetto anche alla sfida dell’intelligenza artificiale, acquisire competenze e conoscenze di base di cultura scientifica, mescolate alla cultura umanistica o di senso per le scienze sociali”.

Sempre ricorrendo ai dati, Billari ha rilevato anche il record negativo dell’Italia nella bassa quota di laureati (sono meno del 30% i giovani che arrivano alla laurea; a confronto anche con la Corea del Sud, che ha la più bassa percentuale di fecondità al mondo ma conta il 70% di laureati. La media dell’OCSE è attorno al 50%).

Il sistema scolastico italiano è fermo alla Riforma Gentile del 1923 e prevede un approccio inclusivo fino alle scuole elementari per poi fare selezione ed esclusione. E siccome, le evidenze demografiche sono cambiate, ha detto Billari “dobbiamo cambiare sicuramente il sistema di istruzione e fare qualcosa a livello universitario che ci permetta di portare tutti i diciottenni ad un livello adeguato (…). Puntare un po’ di più sull’istruzione scientifica, non creando l’ennesimo indirizzo, ma pensando a tutto il sistema”.

Un importante stimolo è poi derivato dalla sua osservazione sull’importanza che ogni territorio abbia una sua Università e che venga agevolato lo spostamento dei giovani nei territori, per vivere l’esperienza universitaria in modo olistico. Fondamentale a tal scopo, il contributo che può derivare dal Credito Cooperativo per supportare i giovani verso l’autonomia abitativa e la creazione di alloggi universitari per tenere vivi i territori.

L’intelligenza artificiale e il Patto educativo per una maggiore consapevolezza nei giovani

Il tema dell’intelligenza artificiale e dei numerosi rischi collegati al rapporto uomo-macchina è stato affrontato nel corso del Dialogo dalla professoressa Beccalli, tra questi, quello della creazione di una servitù volontaria, non sempre consapevole. “I ricercatori a livello internazionale – ha sottolineato – parlano di un nuovo sistema cognitivo che si aggiunge a quello analitico, a quello intuitivo e che ci modifica il modo in cui ragioniamo e prendiamo decisioni. A questo si lega anche il tema dell’attribuzione di responsabilità, le cui evidenze teoriche ed empiriche convergono che debbano rimanere sull’uomo. Da chiarire ancora quali i sistemi dal punto di vista regolatorio e dal punto di vista gestionale ed organizzativo”.

I rischi, nello specifico, riguardano anche gli utilizzatori dell’intelligenza artificiale, in particolare i giovani. L’ultimo Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo intitolato: “Intelligenza artificiale: rischi e opportunità” (2024, Vita e Pensiero), propone un’indagine su seimila giovani in Europa, e mostra come i giovani italiani siano quelli che conoscono meno l’intelligenza artificiale, la utilizzano di meno e dunque hanno un atteggiamento più fiduciario nei confronti di questi dispositivi.

In tal senso, il richiamo della Beccalli alla responsabilità da parte dell’università e del sistema scolastico di ridisegnare i percorsi formativi, nell’accompagnare i giovani ad una maggiore consapevolezza. E anche la proposta, per ridurre il gap di conoscenze e competenze, di un “Patto educativo per le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale”, che prevede di rivedere il metodo della didattica utilizzato dai docenti e soprattutto, la necessità di fare più ricerca su questa grande rivoluzione.

Un momento del Dialogo Cooperativo nell’ambito dell’assemblea annuale di Federcasse del 18 luglio presso il Teatro alla Scala di Milano.

Il ruolo delle BCC per spostare la lancetta demografica e ripensare al futuro del Paese

Ultimo punto interessante dello spazio del “Dialogo cooperativo” pone lo sguardo al futuro del nostro Paese e dei nostri territori. Richiamando il direttore dell’Institut National d’Études Démographiques (INED), Alfred Sauvy, creatore dell’analogia dell’orologio, il Rettore Billari ha spiegato come “la lancetta dei secondi rappresenti la politica che si muove velocemente. La lancetta dei minuti, invece, l’economia che si sposta più lentamente; mentre la terza lancetta, quella delle ore, è la demografia, che apparentemente non si muove e invece traccia il tremendo inverno demografico”.

Secondo il Rettore, “la demografia non è un destino ineludibile. E le BCC in quanto soggetti del territorio hanno un altro meccanismo fondamentale dell’orologio che si chiama corona. E per tale ragione, possono spostare la lancetta demografica e cambiare la traiettoria per evitare lo spopolamento delle comunità”.

Come è emerso nell’ambito del Dialogo, l’attrattività dei territori si gioca sulla capacità di integrare e accogliere gli immigrati. “E le BCC – secondo Billari – dovranno guardare alla diversità di origine etnica, cambiando così anche il destino di territori, facendo rivivere i borghi e accrescendo anche il numero dei nuovi soci e delle imprese in cui impiegare i crediti”. Mentre per trattenere i giovani sono risultate esemplificative l’iniziativa della Banca di Cherasco (Cn) di rigenerare l’ex Caserma Trevisan di Bra ed ospitare il primo Campus Universitario Sanitario del territorio per accogliere i medici specializzandi, studenti e professionisti sanitari in formazione presso l’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno; e il progetto della Cassa Rurale Alta Valsugana (Tn) per realizzare uno studentato a Pergine Valsugana per rispondere alle crescenti esigenze di spazi abitativi degli studenti universitari fuori sede, che hanno scelto di frequentare un percorso di studi in Provincia di Trento.

Il valore attuale della prossimità nell’era della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale: il rischio dell’omologazione

La prossimità è attualmente ancora un valore in termini di concessione di finanziamenti. A rilevarlo lo studio condotto dalla professoressa Beccalli con un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica e del Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo (CRCC) che hanno posizionato e geolocalizzato su una mappa le oltre due milioni imprese italiane e tutte le filiali bancarie italiane. “Essere più vicino a una banca per un’impresa significa avere più facilità di accesso a credito bancario, ha spiegato la professoressa, e non significa necessariamente indebitarsi di più, ma sostituire la finanza informale con credito bancario e quindi naturalmente una migliore qualità dell’indebitamento”.

Successivamente lo studio ha intersecato la dimensione della prossimità con il dato relativo al livello di digitalizzazione di una specifica area geografica. E anche in questo caso il valore della prossimità è risultato rilevante nelle aree più digitalizzate, traducendosi in una maggiore erogazione di credito, soprattutto per le imprese medio e piccole.

“Ciò non dipende tanto dalla dimensione della banca, come originariamente nel paradigma convenzionale veniva sottolineato – ha precisato la Rettrice – quanto piuttosto dalla natura della governance della banca. Perché in Italia non sono le piccole banche più prossime al loro cliente ad erogare più finanziamenti, ma sono appunto le banche cooperative. A dire quanto la finalità mutualistica abbia un’incidenza particolare sul valore della prossimità”.

Di fronte alla sfida dell’intelligenza artificiale, infine, approfondite sono state le considerazioni sul credito di relazione, che mette in discussione il valore della vicinanza tra responsabile di filiale ed imprenditori, ma anche il legame con i luoghi che configurano l’identità e la memoria storica. “Il credito di relazione storicamente si è sviluppato in luoghi fisici e nel momento in cui la relazione tra banche e clienti si sviluppa in uno spazio digitale, ha concluso la Rettrice, piuttosto che valorizzare la diversità tende ad andare verso forme di omologazione”.

Un aspetto quest’ultimo sfidante per il domani del Credito Cooperativo. Nelle conclusioni del “Dialogo Cooperativo”, infatti, emergono interessanti indicazione per preservare e declinare in modo nuovo l’identità di “banca differente”, come ad esempio creare un’alleanza con il mondo delle università e assumere una nuova responsabilità nel promuovere inclusione finanziaria digitale, per accrescere le competenze dei propri dipendenti e rendere anche il canale digitale per il cliente un’esperienza prossima all’operatore bancario.

Il “Dialogo cooperativo”, inaugurato in occasione della Assemblea 2025 di Federcasse rappresenta l’evoluzione delle “Lectiones Cooperativae”, momenti di studio e riflessione sui grandi temi che investono il sistema economico, sociale e finanziario organizzate da Federcasse in occasione delle precedenti Assemblee annuali:

2018 – Marta Cartabia (allora vice presidente della Corte Costituzionale)

2019 – Enrico Letta (Direttore della Scuola di Affari Internazionali dell’Università Sciences Po di Parigi e Presidente dell’Istituto Jacques Delors)

2020 – Enrico Giovannini (Presidente Asvis)

2021 – Fabrizia Lapecorella (Direttore Generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze)

2021 – Fabrizio Panetta (Governatore della Banca d’Italia)

2022 – Elena Bonetti (allora Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia)

2023 – Gael Giraud (economista, teologo, direttore del Programma per la Giustizia Ambientale presso la Georgetown University di Washington)

2023 – Franco Anelli (Rettore della Università Cattolica del S. Cuore)

2024 – Paolo Benanti (Presidente della Commissione AI per l’informazione e professore della Pontificia Università Gregoriana)

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