La Cassa di Trento ha tenuto il 9 maggio al palazzetto BLM Group Arena, la propria assemblea, che ha visto la partecipazione di 4.000 soci (comprese 1.306 deleghe), per la prima volta in presenza dopo tre anni di emergenza Covid.

I soci hanno approvato a larga maggioranza un bilancio chiuso al 31 dicembre 2012 con un utile netto di 18,8 milioni di euro.

Dal documento, in particolare, emerge che il totale delle masse amministrate (raccolta diretta, indiretta e crediti alla clientela) era pari a 6.718 milioni di euro. La raccolta diretta si attestava a 3.184 milioni di euro.

La raccolta indiretta, rappresentata dai titoli amministrati e dal risparmio gestito per conto della clientela, oltre ad altri prodotti finanziari ed assicurativi, era aumentata a 1.669 milioni di euro. La raccolta complessiva ammontava, quindi, a fine 2022, a 4.853 milioni di euro.

Gli impieghi o crediti alla clientela erano pari a 1.865 milioni di euro, con una decisa contrazione del credito “non performing”, cioè le attività di credito deteriorate, che sono scese in corso d’anno a 778mila euro, rispetto ai 20,8 milioni di euro di fine 2021.

Il patrimonio raggiungerà dopo il riparto dell’utile 2022 un valore contabile di 281,2 milioni di euro. I fondi propri risultavano a fine anno pari a 295,7 milioni di euro, con un Total Capital Ratiopari al 22,93%.

Nel corso della lettura della relazione, il presidente Giorgio Fracalossi (vedi in foto di apertura) ha ricordato l’impegno della Cassa per la comunità, alla quale ha dedicato risorse per quasi 3 milioni di euro nell’ultimo anno a sostegno di iniziative di volontariato culturale, sociale, sanitario, educativo e sportivo e per le attività in favore dei soci.

IL PROGETTO DI FUSIONE CON LA CASSA RURALE NOVELLA E ALTA ANAUNIA

In merito al progetto di fusione con la Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia, che proietta la Cassa di Trento in una dimensione regionale, il presidente Fracalossi ha affermato: “Abbiamo l’obbligo di affrontare con responsabilità i cambiamenti. L’obiettivo del progetto è di creare maggiore valore da mettere a disposizione delle comunità e del territorio. Sarà una banca a connotazione regionale, convinti di poter vincere la sfida di declinare in chiave moderna il concetto di credito cooperativo. Una cerniera con il mondo e la cultura sudtirolese, un ponte che unisce e non un confine che divide”.

Negli interventi dei soci, accanto a giudizi positivi sulla gestione della Cassa, sono pervenuti anche stimoli per riflettere sulle implicazioni di un progetto di fusione così importante. Altri hanno posto l’attenzione sul piano di chiusura di alcune filiali, chiedendo ulteriori riflessioni su tale iniziativa.

Infine, per quanto riguarda le elezioni in Consiglio di Amministrazione, avvenute il giorno precedente, sono stati eletti i sei amministratori: Chiara de Vescovi, Paolo Zanolli, Claudio Battisti, Ermanno Villotti, Maurizio Bottura ( In rappresentanza dei soci della ex Cassa di Trento, Lavis, Mezzacorona e valle di Cembra) e Andrea Riolfatti (in rappresentanza della ex Cassa Rurale Alta Vallagarina e Lizzana).

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