La sesta tappa di Capitalismo Sociale 5.0 ha fatto sosta il 13 novembre a Rovigo, ospitata dalla Cooperativa Sociale Zico, in un pomeriggio di confronto dedicato a un tema che segna profondamente il nostro tempo: il caos come nuova normalità economica e sociale. Una conversazione concreta, alimentata dalle testimonianze di quattro cooperative rodigine che ogni giorno lavorano dentro un contesto globale instabile, trasformandone le insidie in spinta alla trasformazione.

Il progetto, promosso dalla Federazione del Nord Est – Credito Cooperativo Italiano e da Confcooperative Veneto, sostenuto da Fondosviluppo e realizzato in collaborazione con Salone d’Impresa e Irecoop Veneto, continua a unire territori, persone e imprese mutualistiche attraverso un percorso che mira a rafforzare il dialogo tra il Credito Cooperativo e il mondo cooperativo. Sette tappe territoriali, 25 casi di successo che diventeranno un libro e una serie di podcast: una mappa di esperienze che mostrano come la cooperazione si posizioni oggi di fronte alle sfide del futuro.

Rovigo e il suo tessuto cooperativo

La provincia di Rovigo conta 100 imprese cooperative, quasi 5.000 soci, oltre 2.500 addetti e un valore della produzione che supera i 250 milioni di euro. Un sistema che non solo contribuisce in modo decisivo all’economia locale, ma che rappresenta un vero presidio di coesione sociale. La tappa rodigina si è inserita in questo contesto, portando al centro del dibattito il tema del “caos” come paradigma ormai strutturale: pandemie, guerre, crisi energetiche, inflazione, scarsità di materie prime, cambiamento climatico, instabilità geopolitica. Variabili che non si presentano più come eccezioni, ma come cornice permanente entro cui operano imprese, comunità e istituzioni.

Il caos, quindi, non solo come sfida ma come ambiente decisorio quotidiano, che richiede nuove competenze, velocità di adattamento e una visione capace di tenere insieme economia, territorio e persone. È proprio qui che il modello cooperativo mostra la sua forza: mutualità, legame comunitario, governance partecipata e capacità di generare valore condiviso.

Le esperienze delle cooperative rodigine

Nel confronto rodigino, le testimonianze delle quattro cooperative hanno mostrato con chiarezza come il caos globale non abbia solo imposto nuove sfide, ma abbia richiesto a ciascuna realtà una forma di ripensamento profondo, capace di trasformare ostacoli e incertezze in terreni di evoluzione.

La Cooperativa Il Sole ha raccontato un percorso lungo diversi anni, segnato da un credito mancato che aveva messo in discussione stabilità e prospettive. Da quella crisi è nato un lavoro paziente di riorganizzazione e diversificazione, culminato con la vittoria della causa e con un modello gestionale più solido, capace di affrontare un mercato instabile con una lucidità che nasce dall’esperienza e dalle cicatrici.

La Cooperativa Sociale Elianto ha descritto come, nei mesi più duri della pandemia, sia riuscita a ricalibrare i propri servizi concentrandosi sui bisogni essenziali dei clienti. Quella fase, tutt’altro che semplice, è diventata il motore di un percorso di innovazione interna: formazione continua, soluzioni digitali costruite su misura, una nuova capacità di leggere i cambiamenti e rispondere con rapidità senza perdere la propria identità sociale.

Dalla laguna di Scardovari, la Cooperativa Pescatori Delta Padano ha portato una storia che lega ambiente, tradizione e innovazione. L’invasione del granchio blu, un fenomeno che ha messo in crisi interi ecosistemi, è stata affrontata trasformando una minaccia in un’opportunità commerciale, aprendo mercati esteri e investendo al contempo in un prodotto identitario come l’ostrica rosa DOP. Una doppia risposta che mostra come anche un equilibrio ambientale sconvolto possa diventare un punto di partenza.

La serata si è chiusa con l’esperienza di Cooperativa Fioritalia, impegnata a fronteggiare aumenti dei costi energetici, ritmi di domanda sempre più frenetici e gli effetti del cambiamento climatico sulla filiera florovivaistica. La scelta è stata quella di investire nella digitalizzazione dei processi e nel rafforzamento della comunicazione con i clienti: una trasformazione che ha reso la cooperativa più agile, tempestiva e capace di rispondere a un mercato spesso imprevedibile.

Quattro percorsi diversi, un’unica direzione: il caos non viene subìto, ma interpretato e trasformato in occasione di rigenerazione, grazie alla forza dei valori cooperativi e alla capacità di fare comunità anche nei momenti più complessi.

I messaggi emersi dalla tappa rodigina

Nel dialogo finale, i contributi delle cooperative e le riflessioni emerse durante la serata hanno composto un quadro ricco, dove i temi si sono intrecciati più che susseguiti. Si è parlato di resilienza non come parola d’ordine astratta, ma come pratica quotidiana fatta di solidarietà e capacità di stare insieme nelle difficoltà. A questo si è aggiunto il valore dell’esperienza, che permette di leggere il contesto con lucidità, e dell’intraprendenza necessaria per non restare fermi davanti a una realtà che muta a velocità inattesa.

È inoltre emersa con forza anche la necessità di una direzione condivisa: in un clima di instabilità permanente, la coerenza nelle scelte e l’unità di intenti diventano un fattore competitivo oltre che culturale. La crisi, più volte evocata, è stata letta come uno spazio di opportunità, dove l’innovazione nasce dall’urgenza e l’identità cooperativa trova nuove modalità per esprimersi.

Nel confronto non è mancato un passaggio sulla relazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale: in un mondo che cambia anche grazie alle tecnologie, è la componente umana, come sensibilità, giudizio, senso del limite, a restare decisiva nei passaggi più delicati. Infine, il territorio è stato richiamato come compagno di viaggio: un alleato che sostiene, orienta e rafforza, soprattutto quando il quadro globale sembra sfuggire a ogni previsione.

Il percorso continua

Capitalismo Sociale 5.0 ora si prepara al suo ultimo appuntamento: la settima tappa si terrà il 2 dicembre a Susegana, in provincia di Treviso, ospitata dalla Cooperativa Sociale Insieme Si Può e dedicata al tema “Digital Transformation”. Un incontro che metterà al centro il rapporto tra tecnologie, persone e comunità, completando un viaggio che ha attraversato il Veneto per raccontare come la cooperazione sta interpretando il futuro.

A cura di Fabian Storti

Nella foto da sinistra, Gianluca Travaglia, Vicepresidente Cooperativa Pescatori Delta Padano; Ferdinando Azzariti, Presidente Salone d’Impresa; Mary Toso, Presidente Cooperativa Sociale Elianto; Beatrice Damiani, Vicepresidente Cooperativa Sociale Zico; Lorenzo Liviero, Presidente Federazione del Nord Est; Francesco Polo, Direttore Generale Federazione del Nord Est; Simone Brunello, Direttore Confcooperative Rovigo; Michela Zonato, Presidente Cooperativa Fioritalia; Filippo Menin, Funzionario Confcooperative Veneto; Alessandro Berta, Presidente Cooperativa Il Sole; Giovani Biason, Direttore Cooperativa Sociale Fioritalia).

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